Perché gli uomini si sposano

Perché gli uomini si sposano

Quali benefici porta agli uomini il matrimonio? Perché ci sono tanti uomini che cercano di prolungare il celibato al massimo e perché quasi tutti vi si sottomettono? Perché piagnucolano tanto quando lasciano il loro celibato? Perché alcuni passano tutta la vita prigionieri nel carcere dell’amore romantico? Perché vivono tutto il tempo con il desiderio di fuggire?

09/02/2022

Illustrazione: Emma Gascó.

 

I miei nonni venivano invitati a molte nozze nel paese e io volevo sempre che mi portassero. Per me era molto strano assistere a un rito che presumibilmente consisteva nel celebrare l’amore di una coppia, ma che in realtà era un’altra cosa. Per le donne, il giorno più felice della loro vita, per gli uomini, il giorno più triste. Una delle scene che attiravano maggiormente la mia attenzione era quella che veniva interpretata dal fidanzato e dai suoi amici. In quasi tutte le nozze, accade la stessa cosa: gli amici prendono in giro il fidanzato e gli fanno piccoli scherzi simpatici mentre lui fa un’espressione di rassegnazione:

– Ormai ti hanno sposato, Manolo.
– Ormai ti hanno intrappolato, Manolo, ahahahah.
– è finita la festa, maschione
– Adesso, ormai, sei in manette, ahahahaha.

Intrappolato, ammanettato, sposato. La vittima sorrideva con un’espressione di circostanza e io lo guardavo senza capire. Perché sembrava che andassero in carcere condannati? Ricordo che in un’occasione una delle fidanzate interruppe la scena e diede uno scappellotto al fidanzato mentre gli gridava:

– Ma di che cosa ridi, disgraziato, scemotto, il prossimo sei tu. Tutti andrete a finire in ginocchio di fronte al prete. Che cosa credete?

Io scoppiai a ridere pensando che era vero: i ragazzi si burlavano del fidanzato, però sarebbero finiti tutti nello stesso modo, interpretando la parte del bravino e ingannando gli invitati facendo finta di essere persone oneste, fermamente impegnate nel contratto monogamo di esclusività sessuale e sentimentale con la raggiante e illusa fidanzata.

Una delle cose che più mi sorprendevano delle nozze erano gli addi al celibato, quelle feste che si facevano perché gli uomini potessero dire addio alla loro libertà prima di convertirsi in prigionieri del matrimonio. Quello che non sapevo è che in realtà è una farsa: gli uomini non dicono addio a nulla. Non smettono mai di essere liberi. Non tutti gli uomini, ma la maggior parte, mettono le corna alle compagne tutto il tempo, sia durante il fidanzamento sia dopo essersi sposati. Ne è testimonianza il fatto che i parcheggi dei bordelli sono pieni di macchine di uomini sposati che vanno a divertirsi a qualsiasi ora del giorno, 365 giorni all’anno.

In ogni caso, quando ero piccola, credevo che gli uomini stessero veramente dicendo addio alla bella vita per iniziare a vivere nell’ inferno del matrimonio. Le fidanzate stavano dentro la gabbia aspettando che entrasse l’uccellino per chiudere la porta da dentro e buttare via il lucchetto. Mi stupivo che la società accettasse che in questa festa di addio il fidanzato mettesse le corna alla fidanzata “per l’ultima volta” e che, il giorno dopo, all’altare il tizio facesse un’espressione da foto di comunione per sembrare una brava persona.

E io pensavo, le fidanzate saranno contente di arrivare all’altare con queste corna così vistose? Chi garantisce loro che i fidanzati non continueranno a mettere le corna quando ne avranno voglia? Che accadrebbe se loro facessero la stessa cosa nei loro addii al nubilato? E noi, invitati alle nozze, perché ci emozioniamo quando baciano i loro fidanzati? Perché ci scendono le lacrime quando escono dalla chiesa con un’espressione di felicità? Perché crediamo che il ragazzo sarà una persona onesta e devota? Perché pensiamo che si occuperà della sua compagna e che formeranno una squadra forte e unita? Facevo molta fatica a capire perché tutte le fidanzate avessero un aspetto così raggiante quel giorno, perché le donne intorno le guardassero con grande tenerezza e ammirazione, perché ripetessero tutto il tempo che era il giorno più importante della loro vita.

Già intuivo che ci sposiamo perché siamo molto innamorate del mito romantico: da piccole ci educano per essere drogate d’amore e porre al centro delle nostre vite gli uomini. In tutti i racconti della nostra cultura ci ripetono che senza un maschio non siamo niente, che siamo venute a questo mondo a occuparci e a servire gli uomini. Da piccole ci hanno fatto credere che la nostra meta sia il matrimonio e, quando ci rendiamo conto dell’imbroglio, è ormai tardi.

Credevo che il matrimonio fosse il rito nel quale abbandoniamo il nostro essere adolescenti e passiamo ad essere adulti, ma non mi ero mai resa conto che in realtà è il rito nel quale il papà ci porta fino all’altare per consegnarci a un altro uomo. Nelle nozze ciò che si celebra è lo scambio di una donna tra due famiglie. Gli uomini ricevono una donna che li accudisce e in cambio danno una parte del loro salario come sostentamento della famiglia. Questo contratto regge sempre meno. Noi lo firmiamo e ci troviamo con una doppia giornata lavorativa che, ovviamente, non ci viene pagata. Ci hanno imbrogliato con l’idea che avere un salario ci avrebbe reso uguali a loro. La maggior parte di noi continua a servire gli uomini e a prendersi la maggior parte del carico del lavoro di casa.

Ancora non sapevo di questo inganno, però stavo vedendo da dove arrivava. Mi chiedevo: se quello che piace per lo più agli uomini è stare con i loro amici, perché non vanno a vivere insieme? Perché preferiscono separarsi e andarsene ognuno con una donna se in realtà sono così felici insieme? E mi risposi pensando che hanno bisogno di noi per avere dei figli. Se potessero, non avrebbero bisogno per niente delle donne. Quasi tutti possono pagare una donna perché pulisca loro casa e offra servizi sessuali, ma non possono pagare una donna perché partorisca i loro figli. Per questo si sposano con donne, perché arrivi tutto gratis in nome dell’ “amore”.

Quando andavo alle nozze del mio paese, giuravo a me stessa che mai mi sarei sposata con un uomo che mi avrebbe usata per avere figli, che mai avrei tolto la libertà a un uomo, che non avrei svolto questo ruolo così orribile. Mai mi sarei convertita in una carceriera che investe tutto il suo tempo e la sua energia per tenere il maschio sorvegliato e represso perché non si scateni. Avevo molto chiaro che mai mi sarei unita a nessuno di questi tipi che vanno all’altare trascinati e spinti dalla pressione sociale. Gli uomini si sposano in realtà per non perdere il controllo e per non annientarsi. È il prezzo che devono pagare per non sapersi occupare di se stessi: hanno bisogno di un freno a mano e, sebbene sia molto noioso vivere con una carceriera, ciò decisamente li ricompensa. Sono milioni gli uomini che credono che sia meglio entrare nel carcere dell’amore, anche se significa vivere una vita noiosa e senza senso, perché molti credono che, se fossero liberi di fare quello che desiderano, finirebbero molto male.

E hanno ragione.

Gli uomini celibi hanno vite più appassionanti, ma più brevi. Quelli sposati si annoiano moltissimo, ma vivono più anni. Nella strada e negli spazi pubblici puoi vederli con la loro coppia in solitudine, morti per la noia e mentre guardano i loro schermi, ma quando sono in un gruppo di uomini, li si vede del tutto felici. Ridono, gridano, parlano animatamente, sostengono dibattiti appassionati, condividono ricordi di liti passate, si raccontano barzellette, parlano di football o di politica e si danno dimostrazioni di amore. Io li guardo incuriosita pensando che per loro debba essere tremendamente noioso stare dentro la vita della famiglia felice. Noi bambine passiamo anni della nostra vita giocando a questo. Ci hanno regalato bebè di plastica e piccole cucine perché giocassimo a essere mamme, ci raccontano storie di donne che sono felici il giorno delle loro nozze, ci preparano per molti anni perché l’obiettivo più importante nelle nostre vite sia mettere su una famiglia felice. Gli uomini passano l’intera loro infanzia respingendo tutto ciò che ha a che fare con questo mondo. I bambini credono che il più grande insulto che possano ricevere a scuola sia essere paragonati a una bambina, credono che le bambine siano esseri inferiori e, per questo, cercano di non assomigliare a loro. Non solo: i bambini puniscono qualsiasi maschio che abbia un bebè di plastica, che giochi a truccarsi e a pettinarsi, a cucinare o a accudire. Com’è possibile che finiscano con il giocare alla famiglia felice nell’età adulta se hanno passato tutta l’infanzia e l’adolescenza fuggendo da noi e da tutto ciò che ha a che fare con il prendersi cura?

Alcuni uomini si innamorano e altri non si innamorano mai, ma la maggior parte finisce con lo sposarsi per inerzia. Perché è ciò che tutto il mondo fa e perché, quando il gruppo di amici si sta disintegrando, non vogliono rimare soli. Si sposano anche perché nel nostro immaginario collettivo gli uomini sono eterni minorenni che hanno bisogno di una madre per tutta la vita. La pressione sociale li esorta a “mettere a posto la testa” attraverso la via del matrimonio.

E che dire di quelli che si innamorano e si sposano perché lo vogliono? Che dire dei ragazzi moderni dei giorni nostri, quelli che vediamo che vanno a prendere i loro figli a scuola, fanno la spesa, cambiano pannolini e fanno i compiti con i loro piccoli? Gli uomini che “aiutano” o che si prendono piena responsabilità della loro famiglia e della loro paternità? Come se la cavano? Come si sentono quando si vedono messi nella bolla della famiglia felice? Perché si sposano? Perché se la svignano ogni tanto come facevano i loro nonni, se sono tanto moderni? Se la svignano perché stiamo tutti svolgendo i nostri ruoli patriarcali. Noi facciamo da mamme: siamo quelle che indichiamo il sentiero del bene e puniamo quelli che sviano dal nostro cammino corretto. Non solo siamo le educatrici, siamo anche le sorveglianti, le poliziotte e le carceriere dei nostri compagni.

Possiamo e dobbiamo perdonare alcune piccole avventure , ma se nostro marito se ne va con una più giovane la colpa sarà nostra per sempre, o perché non abbiamo curato il nostro aspetto fisico o perché non abbiamo saputo rispondere alle loro necessità o perché non li abbiamo sorvegliati con l’astuzia che si richiede. Non solo dobbiamo educare i nostri figli, dobbiamo anche farlo con i nostri compagni. Dobbiamo mantenerli adatti alla vita del lavoratore: sani, puliti, ben nutriti, ben stirati. Dobbiamo rimproverarli quando si allontanano, ma dobbiamo anche accettare che gli uomini hanno bisogno ogni tanto di una scappatella perché loro sono così.

Gli uomini, dunque, si sposano perché avranno a loro disposizione una donna gratis per soddisfare le loro necessità sessuali. E perché lei li amerà e li accudirà in modo esclusivo.
E, per ultimo, perché tutti potranno continuare a fare piccole scappatelle. Nella nostra società patriarcale noi donne non possiamo svignarcela. Mai: né un’ora, né un giorno, nemmeno un fine settimana. La punizione che si infligge alle donne che si allontanano è terribile. Molte vengono assassinate dai loro mariti quando vengono scoperte.

La doppia vita si trova nell’amo che attira gli uomini. Il patriarcato li seduce con l’idea che tutti possono essere contemporaneamente mariti che vanno a messa la mattina e alla sera al bordello. Possono vivere come il gatto di Schrödinger, che è vivo e morto nello stesso tempo, a seconda se apri o no la scatola.

Sono dentro e sono fuori, sono sposati e sono celibi, sono nel carcere e, a volte, sono esseri liberi. Solo per essere nati uomini, sono già privilegiati. Hanno diritto ad avere una moglie fedele e ad andarsene quando vogliono.

Alcuni possono andarsene di più, altri meno. Alcuni riescono a fare festa tutta una notte nel bordello con i loro amici, altri possono farlo solamente i lunedì, venti minuti a mezzogiorno, ma è comunque certo che tutti vivono in una società che permette loro di essere ogni tanto un rispettabile padre di famiglia felice e un giovane celibe senza obblighi affettivi di alcun tipo. Alcuni hanno sulla loro agenda donne disponibili, altri possono avere una seconda o una terza famiglia, tutto dipende dal paese nel quale vivono e dal grado di dipendenza della loro sposa. Quanto più è sottomessa e dipendente la sposa, più libero è l’uomo di godere della sua doppia vita. E, anche se suona strano, per molte è un sollievo che il proprio marito abbia altre donne e le lasci in pace, soprattutto quando provano schifo per il loro coniuge e incrociano le dita perché si dimentichino di loro.

Quelle che non accettano le corna possono arrivare ad essere donne veramente fastidiose, ma è un prezzo che gli uomini accettano per poter godere della loro doppia vita. Per poter vivere come loro desiderano, devono sopportare i drammi che inscenano le donne gelose: alcune diventano tragiche, altre si arrabbiano, battono i piedi, fanno delle scenate, piangono a dirotto, li puniscono due giorni dormendo sul sofà del salotto e, dopo, tornano ad accoglierli nel loro letto coniugale. Loro già sanno come funziona: litigio, riconciliazione, promesse che non lo farà mai più e si ricomincia. Gli uomini patriarcali sanno che, con il passare del tempo, le spose incominciano a perdere energia, bellezza e giovinezza… e la maggior parte finisce con l’essere rassegnata. Quello che ci si aspetta da tutte noi è che lasciamo i nostri mariti sentirsi liberi ogni tanto. Ci viene chiesto di essere obbedienti, di essere compiacenti e comprensive, di guardare dall’altra parte.

Per gli uomini oggi è più difficile incontrare donne sottomesse che accettano le loro corna come parte del costo che si deve pagare per costruire un matrimonio ideale e una famiglia felice. E quanto prendiamo coscienza dei nostri diritti e abbattiamo la doppia morale del patriarcato, più difficile sarà trovare una che accetti la doppia vita e i suoi privilegi. Forse per questo alcuni sono così arrabbiati con il femminismo e così frustrati con la loro ricerca della principessa amorevole, accuditrice e sottomessa.

Forse per questo pochi altri hanno iniziato a lavorare sui loro patriarcati, a rivedere il loro mito della principessa sottomessa, a mettere in discussione la loro doppia vita e a rinunciare ai propri privilegi. Con il tempo saranno sempre di più, perché le monarchie maschili ormai sono obsolete e alla maggior parte non resta che adattarsi ai nuovi tempi. Grazie al femminismo, ormai non ci ingannano più. Noi donne eterosessuali cerchiamo relazioni di condivisione e di un amore sano. Cari uomini: prendete appunti e datevi da fare, perché siamo sempre di più.


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